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Scegliere la scuola giusta #2 con Emily Mignanelli
Trascrizione
00:00 MICHELA
Arriva il periodo degli
open day:
quale scuola scegliere, quale sarà l’Istituto migliore? E quali domande porre agli insegnanti?
Educare, esperienze, relazione, casa, scuola, territorio, osservare, apprendere, crescere, pensieri, progetti, programmi, regole, ascoltare, domandare, ricercare, didattica, disciplina, bisogni, errori, curiosità, talenti,
emozioni
Sono Michela e questo è “Orizzonti Educativi”, il podcast che dialoga con chi l’educazione la vive per estrarre consapevolezza dall’esperienza e oggi esploriamo il pensiero educativo e alcuni strumenti pratici suggeriti da
Emily Mignanelli.
00:36 MICHELA
Emily è diventata mamma molto giovane, mentre ancora stava studiando scienze della formazione primaria e per l’educazione di suo figlio non è voluta scendere a compromessi. Così ha fondato la sua scuola. Oggi, tra l’altro, si occupa di curare uno sportello di pedagogia dinamica sistemica “Il Corallo”, dove ha iniziato con insegnanti educatrici di nido e presto è finita anche a lavorare soprattutto con genitori e nonni. Eccoci, ciao Emily e benvenuta!
01:03 EMILY
Ciao ciao Michela!
01:05 MICHELA
Ciao! Grazie per essere qui oggi con noi.
01:07 EMILY
Grazie a voi!
01:08 MICHELA
Oggi vogliamo avventurarci dentro ad un momento particolare, quello degli
open day. Per genitori ed insegnanti arriva il momento di questi open day. Per i genitori è proprio un’opportunità in cui
raccogliere più informazioni possibili sull’eventuale futura scuola dei propri figli, mentre per gli insegnanti è l’occasione per presentarsi, per presentare la propria scuola, il piano formativo e le loro
scelte didattiche. E’ un momento cruciale, quindi, dove è importante fare le domande giuste ai docenti, per scegliere con serenità è proprio necessario conoscere, quindi raccogliere più informazioni possibili e decisive. Ecco, ora entriamo insieme dentro a una situazione tipo. Immaginiamo che sono
un genitore, che voglio
chiedere informazioni a una scuola. Il primo passo è quello di chiarire quali sono gli elementi valoriali che guidano la mia educazione con i figli. Poi, il secondo passo, è cercare di capire, facendo delle domande, quali sono gli elementi valoriali che guidano gli insegnanti di quella scuola, il preside di quella scuola, e resto poi in dialogo sulle opportunità che quella scuola offre per mettere in pratica proprio quegli elementi che guidano le loro scelte. Sono delle domande essenziali, che posso portare in campo quando mi trovo di fronte alla sfida di scegliere una scuola. Emily, riusciamo un po’ a mettere giù, in punti, queste domande. Una volta che incontro queste scuole, questi insegnanti, quali sono le domande principali da tenere a mente?
02:38 EMILY
Allora, io le domande principali che farei sono: prima di tutto se
le insegnanti vi raccontano un po’ tutto quello che è il
valore pedagogico del loro progetto. Cioè qual è il progetto pedagogico che tu hai… non il progetto tipo quest’anno lavoriamo sull’acqua, ma qual è proprio la tua intenzionalità pedagogica, quali sono per te i valori principali che quotidianamente porti avanti. E poi, questo è il discorso più generico, e inizierei a declinarlo nella pratica. Le cose importanti da chiedere sono:
come vengono gestiti i conflitti e come viene considerata
l’alfabetizzazione emotiva, se viene fatto il lavoro su questo. Poi io chiederei se vengono dati dei premi ai bambini, quindi se ci sono dei
meccanismi di rinforzo positivo e quindi di
motivazione estrinseca, come possono essere: diamo le caramelle, diamo i cracker, diamo gli adesivi… Ieri una famiglia mi ha detto che ai figli fanno i timbri sulla mano tipo uscita dalla discoteca… Non andrebbero date tutte queste
motivazioni estrinseche perché
depistano il bambino dalla consapevolezza di quello che vuole, dei suoi
processi interiori. E poi l’altra cosa che, solitamente, se si utilizzano i premi, si utilizzano anche le punizioni: se non fai questo non hai quest’altro. Di solito
premi e punizioni viaggiano a braccetto, era una delle cose che diceva
Maria Montessori. Nelle nostre scuole non vengono dati premi né punizioni, sono due facce della stessa medaglia, del ricatto. Poi una domanda che io farei è come si comportano se un bambino si rifiuta di partecipare ad un’attività, quindi sapere come le insegnanti considerano il
dissenso del bambino verso le loro
scelte educative e come valorizzano l’
esperienza individuale e la costruzione di un
programma personalizzato. Quindi, c’è un lavoro di gruppo o c’è anche un lavoro all’interno del gruppo, un lavoro sulle
individualità del singolo. Poi chiederei: come comunicano con le famiglie? Quindi qual è il dialogo che tengono e qual è la loro idea rispetto i
ruoli genitori-insegnanti. Chiederei se vi fanno vedere l’
ambiente scolastico. L’ambiente vi dà tantissime informazioni su quello che succede dentro una classe. Più lo spazio è spoglio e povero, più significa che verrà applicata un’
educazione adulto-centrica, dove l’individuo adulto è il cuore pulsante di tutto, e c’è poco spazio all’
aspetto laboratoriale, all’
aspetto esperienziale, all’
aspetto sensoriale, che sono tutti elementi fondamentali per una costruzione del proprio
processo educativo e formativo di alta qualità, perché l’
apprendimento è significativo e duraturo se c’è una motivazione, se c’è un’emozione, se c’è un’esperienza dietro. Poi penso che chiederei sì, forse farei un attimo una postilla rispetto alla prima domanda di quelli che sono i valori del progetto, anche quello che dicevamo prima se vi fanno un attimo un elenco di quelli che possono essere degli autori di riferimento. E poi, in realtà, ce ne ho anche altre domande, ma terrei queste come le principali per non andare a creare un numero infinito di questioni da porre, che dopo uno magari lì neanche se le ricorda. Quindi, quella generale rispetto ai
valori pedagogici e alle teorie di riferimento; quella rispetto a premi e punizioni e quindi la dinamica della prestazione, sostanzialmente; quella rispetto alla libera scelta, quella rispetto all’ambiente, quella rispetto alla
comunicazione con i genitori e quella rispetto alla
gestione emotiva e ai conflitti.
Quindi sono queste secondo me le principali aree.
06:08 MICHELA
Grazie per questi suggerimenti. Volevo chiederti poi a proposito proprio della tua esperienza personale: tu hai fondato una
scuola non profit, nata dentro un’associazione. Volevo chiederti perché l’hai fondata e poi nello specifico come fai per fare in modo che quanto più possibile i valori della tua scuola corrispondano ai
valori dei genitori che si iscrivono e che scelgono quella scuola per i propri figli.
06:34 EMILY
Si, allora, io partendo dalla prima domanda ho fondato questa scuola perché giovanissima mi sono ritrovata con un figlio e mi sono fatta quindi quella domanda: “Dove lo mando a scuola?”. Contemporaneamente studiavo Scienze della Formazione Primaria e uno più uno ha fatto sì che io vedendo uno spazio che adoravo da bambina che era l’ex casa del giardiniere dentro al Giardino Pubblico di Osimo, ho chiesto al Comune se potevo utilizzarlo. E quindi una serie fortunata di eventi mi hanno concesso di partire con una sperimentazione di un asilo nido. Io avevo deciso di fare questa cosa perché non trovavo delle scuole che corrispondevano a quelli che erano i miei
valori familiari e quelli che erano le mie idee rispetto a un’educazione. L’ho fatto perché quello che stavo studiando, non ne trovavo poi corrispondenza nella
realtà scolastica, perché io studiavo delle cose, venivo mandata a fare dei tirocini, vedendo tutt’altro e sentivo che non era quello che volevo. L’ho fatto anche perché iniziando da una spinta personale, una spinta legata alla parte dello studio che mi sembrava incoerente, e una spinta personale e professionale, perché quando ho iniziato a lavorare nella scuola statale io ho sentito proprio una, la descrivo sempre come una profondissima indignazione e il timore della perdita di un codice etico. Cioè, ogni giorno io assistevo a cose, ma anche a piccole sfumature, che potevano essere: non so la bidella che diceva al bambino “Dai andiamo a piscià!” okey, che è per me una cosa gravissima, per qualcuno è vabbè cosa avrà detto mai, lo dico pure io a casa, okey. E dai primi giorni questa indignazione feroce lasciava il passo a: “Ok magari chiudo la porta della mia stanza, magari chiudo la porta della mia sezione, non vedo quello che succede”, e mi sono iniziata a dire: “Oh mio Dio, ma io così divento complice, ma io così accetto, ma io, ma io non riesco a 22 anni a scardinare tutto questo sistema, e io qua dentro ci muoio”. Questo non significa che è un giudizio sulle persone che decidono di starci, è stata solo una valutazione sulle mie energie di quel momento e su quello che sentivo, anche perché se c’è stata una cosa che io ho promesso a mio figlio quando sono rimasta incinta a 19 anni è non scenderò mai, mai a compromessi etici nella mia vita. E questo proprio te lo devo come
atto educativo da madre, e quello mi sembrava invece un compromesso etico molto forte, perché alla fine sai c’è questa cosa del ‘è un posto sicuro, stabile, c’ha tanti vantaggi, è allettante’, però sentivo che non era la parte allettante che io cercavo nella vita. Sentivo che mi stava deprivando di qualcosa. Già adesso, ad esempio, ogni tanto penso: “Beh, a 33 anni, con tutte queste esperienze e competenze magari sarebbe diverso entrare”. Però la mia vita ha preso in questo momento un’altra piega e quindi ho deciso di fondarmi la mia scuola. Sai, c’è un libro molto bello per i bambini che si chiama
“La gita scolastica” che vi invito a cercarlo, dove a un certo punto c’è questo Bastiano che si fa la sua scuola e dice: “E se uno decide di farsi la sua scuola se la fa come gli pare”. Ed è successo questo, quando io ho deciso di farmi la mia scuola, me la sono fatta come mi pare, secondo quelli che mi sembravano essere non solo dei
valori personali, ma dei
valori universali. Perché sulla questione del
rispetto, del
riconoscimento dell’identità, dell’
integrità, della
dignità, sull’
importanza del lavoro, della
collaborazione con le famiglie, sull’importanza della
terapia sugli insegnanti, perché non puoi insegnare se non fai il lavoro su di te. Cioè, riversi tutti i tuoi dolori, tutti i suoi vissuti, sui bambini. Penso, insomma, che su questi valori siamo tutti d’accordo. Allora, ho aperto la scuola inventandomela partendo da qui, con dei numeri, degli spazi e dei tempi che mi sembravano congrui per riuscire a raggiungere quei valori. Perché a volte ci sono dei valori bellissimi nelle scuole, ma tempo, spazi e numeri non li concedono. Cioè, io posso anche
essere un insegnante professionista, aver fatto tantissima formazione, lavori su di me, avere tante competenze, ma se tu mi metti in una classe piccola con 30 bambini senza strumenti, ma io cosa faccio? Cioè, il mio potenziale non riesco a esprimerlo completamente, starà sempre in un piccolo compromesso. E quindi la scuola è nata un po’ da questo e poi è diventata un po’ una droga, un po’ una conseguenza naturale proseguire dal nido, aprire la materna, poi le elementari, e poi le medie. Adesso sogno queste superiori residenziali dove i ragazzini possono andare a vivere. Certo convive in me sempre questa questione del… però non mi piace molto doverla farla pagare. In questo momento è così e io sto lavorando per cercare di trovare soluzioni alternative. Penso che arriveranno, prima o poi arriveranno delle strategie virtuose, diventeremo anche una massa critica per cui circoleranno soldi anche in queste realtà, però, questa, è secondo me è il punto nero più importante che realtà come la mia ad oggi hanno. Ma è anche vero che ribalta un po’ il punto di vista rispetto a quella che è l’investimento economico. Io non investo economicamente nel mattone, se devo investire economicamente da qualche parte avendo dei figli, investo nella loro educazione e non è solo un atto familiare, è un atto secondo me proprio civico, cioè l’educazione di ogni singolo bambino, la possibilità che noi gli offriamo di essere una persona integra, stabile, armonica, serena, quieta è qualcosa che poi noi paghiamo in termini di collettività e lo paghiamo anche economicamente perché prendiamo… Adesso non voglio aprire un dibattito, però prendiamo magari tutti i costi che vengono spesi, che vengono sostenuti dallo Stato, per quelli che sono i disagi dell’essere umano. I disagi non è che nascono all’improvviso, condizione di disagio penso sia alle malattie, ma penso poi alla criminalità, penso alla psichiatria, cioè tanti tanti tanti costi che quelle problematiche, quei disagi, dicevo, non nascono all’improvviso, ma hanno sempre origine nella costruzione della persona, la costruzione del suo vissuto, e la scuola in questo ha un impatto enorme, gigante. La scuola sono le prove generali per la società. E noi dovremmo considerare che quell’investimento economico, magari personale, può diventare proprio un atto di responsabilità verso la comunità. Ti puoi comprare l’auto elettrica okey cosa cambia se la compro io? Tu intanto fallo. Tu fai la tua parte. Cosa cambia se io faccio la raccolta differenziata? Tu intanto fallo. Era come dicevi tu prima, ma tu intanto falle le domande.
13:12 MICHELA
Sennò sei sicuro che non cambierà mai niente, ti dai direttamente la risposta. Almeno così ci metti del tuo. Se c’è una possibilità che cambi, io faccio la mia parte.
13:21 EMILY
E rispetto alla questione dei
valori con i genitori, la nostra scuola ha un’
identità pedagogica molto forte, dei valori ben dichiarati ed esplicitati. Però, è anche vero che io non credo che ci sia la scuola perfetta. La famiglia dovrebbe trovare dentro di sé il proprio codice etico e valoriale e andare a cercare una scuola secondo quello, perché una scuola non è buona o no, una scuola è rispondente o meno a quello che io cerco, punto. Esattamente come, non è che io dico devi essere vegetariano, vegano, carnivoro, ma è ovvio che se un carnivoro va in un ristorante vegano, non era la scelta adeguata. Se un vegano va in un ristorante di cacciagione, non era la scelta adeguata. Quindi, non è che quel ristorante non andava bene, sei finito semplicemente nel posto sbagliato. Quello che io cerco di fare nella scuola è quindi non prendere tutti i valori delle famiglie, perché sennò entreremmo in uno stato di schizofrenia, se noi dovessimo adeguare la scuola a tutti i valori che arrivano. Quello che cerchiamo di fare è
sostenere le famiglie nel capire se i nostri valori sono rispondenti ai loro, quindi tanto lavoro viene fatto in anticipo sul quello che è un
processo di consapevolezza; cioè prima di iscrivere il bambino alla scuola facciamo un lavoro insieme. E questa è una delle particolarità della nostra realtà. Noi non prendiamo le iscrizioni così, ma prima facciamo fare a tutte le famiglie un percorso. E solo al termine del percorso, quando loro hanno tantissimi elementi per capire se siamo compatibili o meno, se possiamo fare match tipo il “Tinder” delle scuole, allora a quel punto tu iscrivi tuo figlio nella nostra realtà, dice okey, allora…
14:55 MICHELA
Un corso di formazione?
14:56 EMILY
Fanno un
percorso di formazione gratuito, che è un percorso più che di formazione, di consapevolezza e l’obiettivo durante questo percorso non è mai farli innamorare della scuola. A volte le scuole giocano un po’ sporco, ti fanno vedere tutte le cose meravigliose che vengono fatte, però questa è una trappola, perché le cose meravigliose che vengono fatte non è detto che siano le cose meravigliose che tuo figlio vuole fare, ma se io te l’ho vendute costringerò tuo figlio a farle. Quindi viene meno il
principio del rispetto. Secondo me una
scuola rispettosa è una scuola che dice: “Io non so esattamente quello che succederà con tuo figlio, io ti posso dire che tutto questo è quello che ad oggi abbiamo fatto, tutti questi sono i valori che ci ispirano, ma ogni anno noi rinnoviamo la nostra esperienza nel rispetto di chi abbiamo di fronte, perché
è il bambino che modifica la scuola, è il bambino che avevamo davanti che ci ha permesso di formulare le
teorie sull’evoluzione”. Cioè,
è il bambino che crea l’offerta e noi siamo degli umili servitori, sostanzialmente, che non significa che i bambini fanno quello che gli pare, è tutt’altro discorso. È proprio che è il bambino che ci ha mostrato la direzione e allora se i bambini ci mostrano la direzione dobbiamo anche avere l’umiltà di dire, noi non è che lo sappiamo completamente qual è la direzione, ogni anno la capiamo un po’ meglio, perché ogni anno nuovi bambini ci dicono: “Guarda che questa cosa non l’avevi vista? Guarda che devi aggiustare il tiro qua!”. Quindi, ad oggi, questo è stato fatto, ma tu non guardare le azioni, non guardare che ne so se facciamo yoga, inglese, finlandese, oppure insegniamo ai bambini a fare gli arazzi. Cioè tu guarda i valori che ci ispirano, perché se tu troverai
coerenza e aderenza ai valori, allora noi potremmo anche stravolgere potenzialmente quello che è il
piano didattico, ma saremo sempre coerenti e compatti tra di noi. Mentre, invece, se tu ti attacchi solo alle pratiche, se io andrò a spostarne qualcuna perché mi sembra che forse non è più efficace o perché i bambini mi stanno mostrando altro, allora lì potranno nascere conflitti, perché tu ti sentirai tradito.
17:02 MICHELA
Quindi, davvero, se sei un genitore che ti trovi in ricerca hai tanti strumenti da mettere in campo, da capire quali sono i tuoi valori, mettere giù una scaletta di questi e poi preparare i contenuti e riempire di contenuti queste domande che Emily ci ha suggerito. E questo possiamo veramente farlo da domani, da oggi, da adesso, da appena ci ritagliamo un tempo dedicato a questo. E per chi poi volesse approfondire ancora questi argomenti, Emily tu hai un blog in cui approfondisci queste tematiche, tratti di tematiche educative di diverso genere che si chiama “hundredsofbuddhas.com” e dove potete trovare veramente una generosa raccolta di articoli, in particolare ne segnalo due che sono: uno dedicato proprio alle
“10 domande che possiamo fare mentre scegliamo la scuola per i nostri figli” e si chiama così, e l’altro invece
“come posso fare come genitore per migliorare la scuola”. Infine, sul canale YouTube “Serendipità Lilliput” si possono trovare diversi argomenti anche molto utili
per genitori, educatori,
che vogliono comunque migliorare e accrescere la propria
consapevolezza in campo educativo.
18:10 EMILY
Ringrazio tanto i genitori che si stanno mettendo in discussione perchè è grazie a ogni genitore che si informa, ogni genitore che cerca qualcosa di diverso, che davvero possiamo insieme cambiare il panorama educativo. Cioè, senza i genitori la scuola non cambierebbe mai.
18:24 MICHELA
Proprio vero! E voglio osare di più: invitando genitori, ma anche insegnanti ad ispirarsi a questo podcast per proporre degli open day nuovi, che sappiano
spostare l’attenzione dai contenuti didattici alla
relazione e ai valori educativi, per poi passare ai contenuti didattici veri e propri che li esprimono. Quindi grazie Emily, grazie davvero per tutti questi spunti e per questo bellissimo dialogo in cui ci hai regalato anche un pezzo di vita.
18:54 EMILY
Grazie a te!
18:57 MICHELA
Nel prossimo episodio esploreremo insieme questa domanda: nel trovare la scuola di cui essere soddisfatti dipende tutto dalla
fortuna di trovare un bravo insegnante? Per continuare ad esplorare insieme a noi gli orizzonti della relazione educativa ascolta i prossimi episodi su www.edunauta.it, un progetto di Generas Foundation, post produzione audio di Erazero.