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L'importanza di definire insieme gli obiettivi di apprendimento ed educativi

L'importanza di definire insieme gli obiettivi di apprendimento ed educativi

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  • Edunauta.it

  • Pubblicato il : 10/07/2024 - Aggiornato il : 11/04/2025
  • competenze educative, didattica innovativa, alleanza educativa, relazione docenti studenti,

Cosa intendiamo realmente quando parliamo di finalità e obiettivi di un progetto educativo? Non si tratta solo di aspettative generiche sulla formazione di un individuo come persona e come cittadino, ma rappresentano i pilastri su cui costruiamo il percorso di crescita dei nostri giovani.

Per trasformare queste grandi idee da vaghe intenzioni a chiari percorsi d'azione, dobbiamo delineare:

●      obiettivi educativi

●      obiettivi formativi o di apprendimento

●      obiettivi didattici

che possano essere misurati e visti concretamente. Ma prima di entrare nello specifico, accenniamo qual è la differenza tra obiettivi e competenze.

Gli obiettivi sono traguardi specifici dell’apprendimento, mentre le competenze sono il risultato dell’integrazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti, applicabili in contesti diversi.

Obiettivi educativi, obiettivi formativi, obiettivi di apprendimento e obiettivi didattici

Le differenze principali tra obiettivi educativi, obiettivi formativi, obiettivi di apprendimento e obiettivi didattici in sintesi è la seguente:

●  gli obiettivi educativi sono ampi e trasversali e riguardano la crescita globale della persona;

●  gli obiettivi formativi integrano conoscenze, abilità e atteggiamenti per la crescita professionale e personale;

●   gli obiettivi di apprendimento definiscono le competenze e conoscenze da acquisire;

●   gli obiettivi didattici sono specifici e operativi, indicano risultati concreti e verificabili.

 

Quali sono gli obiettivi educativi e perché sono importanti?

Un obiettivo educativo è ampio e include gli obiettivi formativi e didattici, ma anche obiettivi più ampi legati allo sviluppo complessivo degli individui come cittadini e come persone.

Possiamo immaginare gli obiettivi educativi come una serie di fari nella nebbia che illuminano il cammino passo dopo passo. In pedagogia, gli obiettivi educativi rappresentano i traguardi generali che si vogliono raggiungere attraverso un processo educativo.

Essi delineano le competenze, i valori e le attitudini che si desidera sviluppare in chi apprende. Vengono spesso formulati in modo ampio e qualitativo, poiché devono guidare l'intero percorso formativo.

I grandi obiettivi finali o educativi ci indicano la direzione generale, come un faro lontano che segnala la destinazione finale, rappresentano la stella polare dell’educazione: senza di essi, il percorso formativo rischia di frammentarsi in una serie di attività scollegate, perdendo il senso profondo di crescita e trasformazione personale.

Gli obiettivi intermedi, possono essere tradotti in obiettivi formativi o di apprendimento e sono come lanterne lungo il sentiero che ci aiutano a verificare di essere sulla giusta via, assicurando che ogni passo sia solido e sicuro. Infine, gli obiettivi operativi sono gli obiettivi didattici, le azioni quotidiane, i piccoli gesti e decisioni che compiamo ogni giorno.

Se ci si concentra esclusivamente sugli obiettivi di apprendimento e sugli obiettivi didattici, si corre il rischio di ridurre l’educazione a un processo puramente tecnico o meccanico, fatto di acquisizione di conoscenze e abilità senza una chiara direzione. In altre parole:

●   senza una visione educativa chiara, l’insegnamento può diventare un semplice trasferimento di informazioni, privo di uno scopo trasformativo;

●   gli studenti possono sentirsi persi, privi di una motivazione più profonda che dia senso alla loro formazione;

●  anche i docenti possono trovarsi a insegnare "contenuti" senza collegarli a una finalità più ampia, con il rischio di disorientare e demotivare gli studenti.

 

La tassonomia degli obiettivi di apprendimento  di Bloom

La tassonomia degli obiettivi educativi di Bloom è un modello sviluppato dal pedagogista Benjamin Bloom negli anni '50 per classificare gli obiettivi dell'apprendimento in base alla complessità cognitiva, che corrispondono agli obiettivi intermedi nel quadro più ampio degli obiettivi educativi.

Questa tassonomia è molto usata nella didattica per progettare attività e valutare il livello di apprendimento degli studenti. Essa identifica sei livelli gerarchici di abilità cognitive:

1. conoscenza: capacità di ricordare fatti e informazioni apprese;

2. comprensione: abilità nel comprendere il significato delle informazioni;

3. analisi: scomposizione delle informazioni per comprenderne le relazioni;

4. sintesi: capacità di combinare elementi per formare un insieme coerente;​

5. valutazione: giudizio critico basato su criteri definiti;

6. applicazione: uso delle conoscenze in situazioni nuove.

Questa struttura gerarchica guida gli educatori nella definizione di obiettivi di apprendimento specifici e nella progettazione di attività didattiche che promuovano lo sviluppo progressivo delle competenze cognitive degli studenti.

Oltre al dominio cognitivo, Bloom ha identificato altri due domini:

●      dominio affettivo: relativo a emozioni, atteggiamenti e valori.;

●      dominio psicomotorio: inerente alle abilità motorie e fisiche.​

Tuttavia, la tassonomia di Bloom è principalmente associata agli obiettivi di apprendimento nel dominio cognitivo, fornendo una guida per sviluppare competenze che vanno dalla semplice memorizzazione alla capacità di valutare e creare nuove idee.

Sebbene la tassonomia di Bloom sia più strutturata, si presta particolarmente bene a quegli approcci educativi che promuovono un apprendimento attivo, graduale e basato sullo sviluppo delle competenze cognitive, affettive e psicomotorie come, ad esempio, nell’approccio esperienziale delle scuole Waldorf e nell’educazione all’aperto.

La tassonomia di Bloom è uno strumento potente per strutturare l’apprendimento in modo progressivo, passando da livelli più semplici a quelli più complessi. Gli approcci educativi più efficaci sono quelli che la utilizzano per favorire l’apprendimento attivo, il pensiero critico e la creatività, trasformando lo studente in un soggetto protagonista del proprio percorso di crescita.

Cosa sono gli obiettivi di apprendimento

Citando gli obiettivi educativi di Bloom abbiamo accennato agli obiettivi di apprendimento. Ma come si definiscono gli obiettivi di apprendimento? Sono gli scopi che ci si pone di raggiungere attraverso il processo di apprendimento e possono essere definiti come i risultati o le competenze che si desidera acquisire dopo aver completato un programma educativo.

Quali sono gli obiettivi di apprendimento? Per definirli, è utile sottolineare la differenza tra obiettivi generali e specifici di apprendimento:

● gli obiettivi generali sono ampi e a lungo termine e indicano la direzione generale dell'apprendimento (come il miglioramento delle capacità linguistiche in una lingua straniera o l'acquisizione di conoscenze approfondite in un campo specifico);

● gli obiettivi specifici di apprendimento sono più dettagliati e mirano a risultati più precisi e misurabili. Solitamente sono collegati agli obiettivi generali, ma sono più focalizzati e possono essere suddivisi in passi più piccoli.

 

Come definire un obiettivo educativo

Come trasmettiamo gli obiettivi educativi a chi è al centro del processo educativo, i nostri figli o studenti? Come possiamo fare in modo che non solo seguano la direzione, ma scelgano attivamente di impegnarsi in questo viaggio? Per perseguire i nostri obiettivi educativi e didattici, quali strumenti, strategie e modalità possiamo utilizzare?

Facciamo un esempio di obiettivo educativo con la storia di un comunissimo un ragazzo e la sua relazione difficile con lo studio e i compiti a casa. Invece di limitarci a esortare, minacciare o punire, perché non sederci con lui e esplorare insieme il valore dello studio e le motivazioni per cui è così difficile per lui?

Possiamo mostrargli come ogni materia contribuisca a costruire un pensiero critico e una mente analitica, utili non solo nelle verifiche e nelle interrogazioni, ma nelle decisioni di tutti i giorni. Invitiamolo poi a riflettere su cosa vuole ottenere dal suo percorso di studi. Quali sono i suoi sogni e come lo studio può avvicinarlo a realizzarli?

Il senso è quello di costruire un dialogo che apre la strada a una scelta consapevole. Invece di sentirsi costretto a studiare, il ragazzo può decidere di impegnarsi, vedendo lo studio non come un obbligo, ma come un trampolino verso i suoi obiettivi personali.

La chiave sta nella condivisione e nel dialogo: facendo sentire il ragazzo parte del processo decisionale, si sente più responsabile del proprio percorso educativo. Questa è l'essenza di educare attraverso la condivisione dei fini: non solo dirigere, ma camminare insieme, rendendo ogni studente o figlio coautore della sua storia di apprendimento.

A scuola come a casa, la chiave è la cooperazione

Quanto spesso ci fermiamo veramente a condividere con i nostri figli o i nostri studenti le mete che stiamo cercando di raggiungere insieme? E se sono proprio loro i protagonisti di questo viaggio verso il raggiungimento degli obiettivi, non dovrebbe essere essenziale che comprendano pienamente a cosa stanno aspirando?

Identificato il proprio modello tra i possibili stili educativi, bisogna poi che l'obiettivo educativo venga scelto in modo tale che sia attivamente perseguito. È fondamentale che bambini e ragazzi comprendano il motivo per cui è vantaggioso, ad esempio, mantenere ordinata la loro stanza o le proprie cose, e che poi scelgano di impegnarsi in questa direzione.

Troppo spesso ho osservato insegnanti e genitori dare per scontato che il bambino o l'adolescente faccia semplicemente ciò che gli viene chiesto, solo perché gli è stato chiesto.

Ma è davvero questo il tipo di futuro cittadino che vogliamo formare? Dei semplici esecutori? O non preferiremmo piuttosto vedere crescere uomini e donne capaci di definire i propri obiettivi nella vita e poi di impegnarsi con determinazione per raggiungerli?

Quando gli obiettivi sono chiari e condivisi, procediamo insieme nella stessa direzione, rendendo l'apprendimento un processo cooperativo e incredibilmente arricchente. Attraverso questa pratica, non solo formiamo individui più autonomi e consapevoli, ma rafforziamo anche il senso di comunità e collaborazione all'interno delle nostre aule e famiglie.

“Come posso aiutarti a mantenere il tuo impegno?” Diventa allora la domanda più comune che sostituisce l’imperativo “Impegnati!” Una dedizione così profonda trasforma l'educazione in un'arte che celebra la crescita collettiva e individuale, facendo di ogni studente, ogni figlio, non solo un apprendista, ma un vero e proprio coautore del suo cammino educativo.

Obiettivi educativi e trasformazione sociale: valori, responsabilità e opportunità nella pratica educativa

Affrontare l'educazione dalla prospettiva che abbiamo approfondito, richiede un impegno costante e una riflessione continua sulle finalità che perseguono i nostri sistemi educativi. È essenziale che questi obiettivi siano chiaramente comunicati e condivisi non solo tra gli educatori, ma anche con gli studenti e le loro famiglie.

In questo modo, l'educazione si trasforma in un vero e proprio dialogo culturale e morale, un dialogo che è fondamentale per costruire una società che valorizza e pratica i suoi principi più cari.

Riconoscere che le finalità educative sono, in effetti, un'affermazione dei principi attraverso cui la società esprime e veicola i propri valori ci spinge a riflettere sulla responsabilità che abbiamo nel definire questi obiettivi.

Quando strutturiamo i nostri fini educativi, facciamo delle scelte consapevoli sui valori che stiamo scegliendo di promuovere. Che si tratti di integrità, rispetto, curiosità intellettuale, o empatia, questi valori diventano i pilastri non solo della formazione scolastica, ma della società stessa.

Nell'ambito dell'educazione, il contributo di istituzioni come Junior Achievement e Fondazione Sicomoro dimostra efficacemente come la trasmissione e la concretizzazione dei valori possano essere tradotte in azioni formative che modellano non solo individui, ma intere comunità.

Le esperienze di Junior Achievement e Fondazione Sicomoro

Nei podcast di Edunauta si possono ascoltare le testimonianze di Junior Achievement e Fondazione Sicomoro, che ci mostrano come l'educazione non solo prepara gli individui a entrare nel mondo, ma li equipaggia per migliorarlo attivamente.

Junior Achievement, con la sua chiara missione di insegnare agli studenti a riconoscere le opportunità, trasforma l'educazione in un catalizzatore per la speranza e l'azione. D'altra parte, Fondazione Sicomoro si dedica a reintegrare nel percorso educativo quei giovani che rischiano di perdere le opportunità di apprendimento a causa di circostanze difficili.

Così è possibile trovare ragazzi in grado di definire e perseguire degli obiettivi che prima sembravano irraggiungibili, proprio come ci testimonia Roman, ex studente della “Scuola di seconda opportunità” della Fondazione Sicomoro nel relativo episodio podcast, “nessuno veniva punito, ma si lavorava per trovare delle vie per andare verso una risoluzione”.

Questi esempi ci mostrano che quando le finalità educative sono chiare e fondate su valori solidi e condivisi, l'educazione trascende il trasferimento di conoscenza per diventare un vero e proprio atto di trasformazione sociale.

L’educazione non è solo "insegnare cose", ma formare individui capaci di pensare, agire e relazionarsi con il mondo. Senza un orizzonte educativo chiaro, il rischio è di perdere il valore profondo dell’apprendimento, riducendolo a una somma di nozioni e competenze prive di un filo conduttore.

Ecco perché i migliori percorsi educativi sono quelli che riescono a tenere insieme visione e azione, coniugando finalità ampie e valori forti con strategie didattiche efficaci e mirate.



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