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Outdoor education in Italia: l’educazione si fa avventura anche nel nostro Paese

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  • Pubblicato il : 27/07/2024 - Aggiornato il : 14/04/2025
  • alleanza educativa, apprendimento significativo, didattica innovativa,

“Per tutte queste ragioni d’indole igienica, d’indole pedagogica e morale, io vorrei che il concetto della scuola all’aperto si familiarizzasse fra noi e che ne venisse impulso vigoroso ad una trasformazione di tutte le nostre scuole primarie, rinnovando non solo i vecchi e malsani edifici, ma sibbene i metodi educativi”.

Con un salto indietro nel tempo di oltre un secolo, le parole di Caterina Cecchini sembrano quasi profezia di un movimento pedagogico che oggi prende forma nelle scuole che si affacciano sul vasto orizzonte dell'educazione all'aperto.

Riecheggiano ancora le sue parole che invitano a una trasformazione radicale non solo degli edifici scolastici ma dei metodi educativi stessi. E, nonostante il contesto storico sia profondamente mutato, la visione è sorprendentemente attuale e ha trovato fertile terreno nella Rete nazionale delle scuole pubbliche che praticano l’educazione all'aperto.

Se da un lato il cambiamento sembra una sfida insormontabile per la scuola pubblica, dall'altro esistono esempi di resilienza e innovazione che ci mostrano che il rinnovamento è possibile.

In Italia, l’outdoor education è distribuita come un arcipelago di innovazione e le scuole della Rete nazionale, nata nel 2016, operano per infrangere i confini tra le aule e la realtà esterna, tra la conoscenza e il mondo naturale.

Breve storia dell’outdoor education in Italia

In Italia, l’interesse per l’educazione all’aperto nasce intorno agli anni '60 e '70, dopo aver conosciuto le esperienze dell'outdoor education statunitense. Pedagogisti come Celestino Parravicini decidono allora di promuovere l'apprendimento attraverso l'esperienza diretta della natura.

Oggi, si assiste a un crescente interesse per queste pratiche sia da parte delle istituzioni che dei movimenti alternativi. Tutti concordano su un punto: apprendere al di là delle mura scolastiche arricchisce enormemente gli studenti, permettendo loro di tessere connessioni concrete tra la teoria e la realtà, e di assaporare l'apprendimento come un'esperienza vera e propria.

L’outdoor education in Italia vanta diverse esperienze. Per esempio, il Ministero dell'Istruzione, ha già intrapreso alcune iniziative come Scuole Aperte a Milano, promuovendo una scuola accogliente che si apre al territorio.

C’è poi il Movimento delle Avanguardie Educative, che spinge ancora più in là i confini dell'innovazione pedagogica con pratiche come il Service Learning, che unisce il servizio civico e l’apprendimento significativo in contesti reali per attività di outdoor education in città.

Le idee di pensatori che hanno ispirato il ripensamento della didattica, come John Dewey, sottolineano il valore di esperienze e stili di apprendimento che nascono al di fuori delle aule, mentre le iniziative come Tutta un'altra scuola e le teorie del professor Paolo Mottana ci spingono a considerare l'educazione come un'esperienza senza limiti, che si snoda attraverso ogni aspetto della vita quotidiana.

Nonostante il riconoscimento dei suoi benefici pedagogici, la pratica dell'apprendimento al di fuori degli edifici scolastici, in Italia, è ancora un'eccezione piuttosto che la regola, sebbene la tendenza sembri in crescita, in particolare dopo la pandemia da Covid-19.

Il valore dell’educazione naturale

Il network di scuole primarie all'aperto, germinato nel 2016 dal fertile terreno delle esperienze educative bolognesi, è il frutto di un’alleanza educativa efficace. Genitori, insegnanti, educatori ambientali, ricercatori e accademici, uniti, hanno dato vita a una sinfonia pedagogica che riecheggia i principi del Decalogo delle Scuole Fuori e i Diritti naturali di bimbi e bimbe di Gianfranco Zavalloni.

Si tratta di un manifesto per l'infanzia, che celebra l'ozio creativo, il gioco tattile e lo sviluppo dell’intelligenza cinestetica, il piacere di sporcarsi, il valore del silenzio e la libertà di esplorare il selvaggio.

Questa ragnatela di conoscenze si estende all'aperto, dove le lezioni non si limitano alle quattro mura ma si arricchiscono dell'ambiente circostante. I bambini imparano la geometria tracciando figure nella sabbia, esplorano la storia locale attraverso percorsi di orienteering nei parchi cittadini e scoprono la biologia osservando gli insetti nel loro habitat naturale.

La didattica all'aperto diventa un incontro vivace tra curricolo e realtà, dimostrando che è possibile trasmettere contenuti significativi e fare didattica robusta anche sotto il cielo.

L'impulso verso questa evoluzione pedagogica affonda le radici in un passato di saggezza educativa e si nutre delle iniziative di oggi. In questo network di scuole che puntano alla riqualificazione degli spazi esterni come aule a cielo aperto, si promuove un apprendimento che è parte integrante del territorio.

L’eredità di Richard Louv

Con una visione guidata dai principi dell'outdoor education e della pedagogia attiva, le scuole che praticano l’outdoor education in Italia puntano al protagonismo dello studente nel proprio processo di crescita, dove gli insegnanti sono custodi del desiderio innato di scoperta e apprendimento del bambino.

Qui, la natura non è un semplice sfondo, ma una compagna di giochi, un maestro silenzioso, una tela sulla quale si dipingono le lezioni più indimenticabili.

Facciamo nostre le parole di Richard Louv, autore di saggistica e giornalista americano, noto per il suo libro Last Child in the Woods: Saving Our Children From Nature-Deficit Disorder e immaginiamoci

“un mondo in cui tutti i bambini crescano con una comprensione profonda della vita intorno a loro, in cui ogni scuola abbia uno spazio di gioco naturale, in cui ogni bambino e ogni adulto abbiano un umano diritto di riconnettersi alla natura”.

Mentre Louv ci invita a sognare un mondo dove ogni bambino possa crescere in intima connessione con la natura, noi aggiungiamo che non si tratta solo di un sogno. Questo è un obiettivo concreto, un percorso già iniziato e in costante evoluzione, che anche voi potete scoprire. Per conoscere meglio queste realtà, è possibile consultare il sito dedicato alla Rete o ascoltando i podcast di Edumappa, che raccontano di pratiche educative immerse nel verde, di un apprendimento che si vive con tutti i sensi.

Ogni storia ci guiderà attraverso foreste di conoscenza e ci lascerà con l'eco delle risate dei bambini che apprendono liberi sotto il cielo.



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